La sentenza di assoluzione è di febbraio scorso e i fatti contestati sarebbero avvenuti all’ospedale Vittorio Emanuele Ferrarotto di Catania nel periodo tra il 2010 e il 2014.
Il docente della facoltà di medicina avrebbe esagerato con qualche battuta e qualche allusione nei confronti di sette studentesse, che lo hanno poi accusato di violenze sessuali e molestie verbali.
Nel corso del processo i fatti non sono però stati provati e i giudici del Tribunale di Catania, un uomo e due donne, hanno assolto il docente sottolineando come alcune accuse fossero poco verosimili e alcune allusioni non configurano comportamenti penalmente rilevanti.
In alcuni casi si sarebbe trattato di gesti involontari o male interpretati.
A convincere i giudici ad emettere il verdetto di assoluzione sarebbero state alcune intercettazioni, dimostrerebbero un accordo tra le parti su cosa testimoniare.
Nonostante l’assoluzione, a tre mesi dalla sentenza, che avrebbe dovuto rappresentare la fine di un incubo, dopo la pubblicazione delle motivazioni sulla stampa di questi giorni sono riportati il nome e l’età del docente e alcuni stralci della sentenza che si prestano ad interpretazioni controverse.
In qualche caso, quasi si volesse ribaltare il senso di una sentenza non gradita, e far rivivere alla persona coinvolta la condizione perenne di accusato, che a volte sembra la vera condanna per chi ha la sventura di finire nel circuito giudiziario.
La Procura della Repubblica di Catania presenterà probabilmente appello contro la sentenza, nonostante i reati potrebbero essere prescritti, e la giustizia continuerà a fare il suo corso.
Quello però che ci colpisce e vogliamo qui sottolineare è come spesso non basti una sentenza di assoluzione per restituire la serenità e la dignità ad una persona accusata di un reato infamante.
Ci rendiamo conto di quanto sia difficile andare contro la corrente, o come si dice oggi, il mainstream, del pensiero dominante, ma riteniamo comunque che bisognerebbe essere sempre rispettosi delle sentenze e prima ancora delle persone.
Mentre la soglia tra cosa è reato e cosa non lo è si assottiglia pericolosamente, rischiando di confondere una battuta di dubbio gusto con un atto di violenza o un abuso, ci permettiamo di sottolineare l’importanza del rispetto e del buon senso.
Ci preoccupa l’abuso del concetto di abuso, e gli eccessi non hanno mai prodotto niente di positivo, semmai pericolose capriole della storia.
Se oggi tutto diventa abuso, magari domani nulla potrebbe esserlo.
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