Pubblicati i risultati del Rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Le città capoluogo siciliane agli ultimi posti della classifica.
Una stroncatura sulla qualità dell’ambiente nelle città siciliane arriva da Ecosistema Urbano di Legambiente, il Rapporto che l’associazione realizza in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, sulla base di 19 parametri che fotografano le performance ambientali di 105 città capoluogo in 5 macroaree: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente.
La coda della classifica delle 105 città capoluogo è tutta siciliana.
Caltanissetta è al 103mo posto, Catania e Palermo sono rispettivamente al 104mo e 105mo e ultimo posto della classifica, invertendo le posizioni dello scorso anno.
Per trovare la prima città siciliana bisogna scorrere fino al 72mo posto di Agrigento.
Seguono, all’81mo posto di Enna, seguita da Trapani, 86ma, Ragusa 87ma, quindi Siracusa al 94mo posto e Messina al 96mo.
Trento guida la graduatoria dei Comuni italiani per performance ambientali, seguita da Mantova e Pordenone.
Al settimo posto Cosenza, che si conferma prima città del Sud, alle sue spalle Cagliari 16ma e Oristano 22ma.
Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 44)Aumentano la percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ’94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi) e le piste ciclabili (passate da una media di 0,16m equivalenti/100 abitanti nel ’98 a una media di 10,59m equivalenti/100 abitanti nel 2022).
Nessun miglioramento per il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani, che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti. Il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee, ed è passato da 97 viaggi pro capire all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022.
E’ cresciuta la produzione complessiva di rifiuti (passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ’94 a 516 kg/anno nel 2022).
Il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani ha commentato.
“Prima il Covid-19, poi le speculazioni sul gas e infine l’aggressione militare russa in Ucraina e l’acuirsi del conflitto mediorientale. Siamo nel mezzo di una tempesta che sta stravolgendo paradigmi, equilibri e convinzioni e il rischio di perdere la bussola è alto. Nella lotta alla crisi climatica la rotta da seguire è quella dell’Europa che ha varato, con coraggio e lungimiranza, Next Generation Eu basato su transizione ecologica, innovazione digitale e inclusione sociale, rafforzato successivamente dal piano Fit for 55. I prossimi anni saranno decisivi per accompagnare la riconversione ecologica in settori strategici per la decarbonizzazione dell’economia senza farsi distrarre dallo specchietto per le allodole della neutralità tecnologica, principale antagonista della fondamentale e più efficace soluzione della neutralità climatica”.