Il provvedimento del Tribunale di Milano che ha sequestrato le azioni di Goi Energy, riservandosi di decidere entro tre settimane l’eventuale pignoramento, ha suscitato un terremoto negli ambienti del Petrolchimico e nella politica nel siracusano.
Non poteva essere altrimenti, considerato che Goi Energy è la società proprietaria di Isab e che proprio nell’ambito dell’acq1uisto della raffineria di Priolo è maturato il debito di 150 milioni nei confronti di Litasco, oggetto della vicenda giudiziaria.
Se per il deputato di Fratelli d’Italia Cannata la situazione è sotto controllo, non la pensano cosi alla Femca Cisl.
È preoccupato Alessandro Tripoli, segretario provinciale di Femca, il sindacato dei lavoratori di Federazione Energia, Moda, Chimica e Affini, della Cisl.
“La notizia del pignoramento delle quote della società G.O.I. Energy, disposto dal Tribunale di Milano a seguito di un contenzioso con la società Litasco S.A., impone una riflessione attenta e misurata.
La vicenda, che attiene a rapporti finanziari tra soggetti esteri, non deve essere oggetto di allarmismo, ma non può nemmeno essere sottovalutata, poiché coinvolge indirettamente un sito industriale di rilevanza strategica per il Paese”.
Tripoli ricorda come l’acquisizione della raffineria di Priolo da parte di Goi Energy sia avvenuta sotto il regime di Golden Power, che prevede la vigilanza diretta dello Stato a tutela della continuità produttiva, della sicurezza energetica e della salvaguardia occupazionale.
“In questo contesto, è fondamentale che le istituzioni nazionali garantiscano la massima trasparenza sull’evoluzione della vicenda e sul rispetto degli impegni assunti con il decreto di autorizzazione governativa”.
Per il segretario provinciale di Femca Cisl l’obiettivo prioritario deve restare la stabilità produttiva e sociale del polo siracusano, che rappresenta una componente essenziale del sistema industriale ed energetico nazionale, e qualsiasi sviluppo societario o finanziario dovrà essere coerente con la prospettiva di crescita sostenibile, innovazione e sicurezza industriale che il territorio attende da tempo.
Tripoli insiste sull’esigenza di una cornice di chiarezza istituzionale e di responsabilità condivisa, che veda Governo, Regione e azienda lavorare in sinergia per tutelare l’occupazione, accompagnare la transizione energetica e ambientale e restituire fiducia a un’area che merita stabilità e visione.
“Il futuro del polo di Priolo non può essere ostaggio di controversie finanziarie o di equilibri societari incerti. Va costruito su basi solide: trasparenza, coerenza e rispetto dell’interesse pubblico nazionale. Solo così potrà continuare a rappresentare una risorsa per la Sicilia e per l’intero Paese”
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