Per diventare dirigente scolastico, ai docenti che avevano partecipato al concorso ordinario del 2017, e non avendolo superato hanno presentato un ricorso, basterà un corso intensivo di formazione, con selezione in ingresso.
Ancora una volta in concorso per dirigenti scolastici finisce nel caos del contenzioso, annega nella palude di ricorsi più o meno fondati, dalla quale il governo prova e tirarlo fuori con un provvedimento di sanatoria, che cancella le numerose sentenze di Tar e del Consiglio di Stato, che ha già respinto integralmente i ricorsi.
Era già successo per i precedenti corsi banditi nel 2004 e nel 2011, con governi e maggioranze di ogni orientamento politico.
Nel mondo della scuola circola un vecchio adagio per casi come questo: “tu comunque, fallo un ricorso, per sì o per no, tanto ormai a scuola si entra più per ricorso che per concorso”.
L’ennesima conferma rischia di essere contenuta nel decreto pubblicato pochi giorni fa dal Ministero per l’Istruzione e il Merito, che definisce la modalità di partecipazione al corso intensivo di formazione e della relativa prova finale del concorso riservato a coloro che, partecipando al concorso ordinario del 2017, non avendo superato le prove, hanno comunque presentato ricorso.
Il decreto era atteso perché dà attuazione a quanto la maggioranza di governo aveva previsto nella legge di conversione del cosiddetto ‘decreto milleproroghe’, approvata a febbraio scorso.
Significativo il parere emesso dal Cspi a maggio scorso sulla bozza di decreto.
“Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), riconoscendo che lo schema di decreto in esame è adottato ai sensi dell’art. 5, commi da 11-quinquies a 11-novies, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, convertito con modificazioni nella legge 24 febbraio 2023, n. 14 (d’ora in poi ‘decreto Milleproroghe’), intende comunque esprimere forte disappunto per una disposizione normativa che, inserita in fase di conversione del ‘decreto Milleproroghe’, consente un accesso preferenziale ai ruoli di dirigente della pubblica amministrazione, quale è il dirigente scolastico, a chi ha proposto ricorso avverso il mancato superamento di una delle prove previste dal bando di concorso, costituendo un precedente che sarà causa di un inevitabile contenzioso anche nelle future tornate concorsuali”.
Di fatto, si tratta dell’ennesima sanatoria, che sconfessa la selezione, con tutti i limiti e i difetti di ogni procedura concorsuale, ma anche le sentenze, peraltro passate in giudicato, già emesse dai Tribunali competenti.
I docenti che hanno partecipato al concorso ordinario del 2017 e che, non avendo superato le prove, hanno presentato un ricorso, potranno comunque diventare dirigenti scolastici, partecipando a un corso intensivo di formazione.
Il decreto prevede che alla prova di ammissione al corso intensivo di formazione siano ammessi “i partecipanti al concorso di cui al DDG 23 novembre 2017, n. 1259, che abbiano sostenuto almeno la prova scritta della predetta procedura concorsuale e, alla data del 28 febbraio 2023, versino in una delle condizioni di seguito tassativamente elencate:
a) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta;
b) abbiano superato la prova scritta e la prova orale cui siano stati ammessi in forza di un provvedimento giurisdizionale cautelare, anche se successivamente caducato;
c) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova orale”.
Il decreto contiene anche qualche ‘originalità’, come la previsione che le spese della procedura concorsuale siano a interamente a carico dei concorrenti.
All’articolo 4 è infatti previsto che, alla presentazione della domanda di partecipazione, ogni candidato effettui un primo versamento pari a € 350,00. ‘finalizzato alla copertura integrale dei costi della procedura selettiva per l’ammissione al corso intensivo di formazione’.
Coloro che supereranno la selezione, dovranno effettuare un secondo versamento pari a € 1.500,00, ‘per la copertura integrale dei costi dell’attività di formazione’.
Insomma per partecipare, e diventare dirigenti, bisognerà pagare il totale 1.850,00 €.
Un altro aspetto del decreto che colpisce è la modalità di ammissione al corso intensivo.
I candidati che hanno presentato ricorso per non aver superato la prova scritta del concorso, sosterranno una prova scritta della durata di 120 minuti, che consiste in “cento quesiti, ognuno dei quali ha quattro opzioni di risposta, di cui una sola corretta”.
I candidati che avendo superato la prova scritta, ma non quella orale, hanno presentato ricorso contro l’esito di quest’ultima, “sostengono una prova orale della durata minima di 60 minuti”.
Ritoccato anche il punteggio minimo per il superamento della prova, che nel concorso ordinario era di 70 punti e ora è stato ridotto a 60.