Mentre lo scontro nel Partito democratico siracusano si arricchisce, o forse sarebbe più corretto dire si impoverisce, di nuovi passaggi, proviamo a ricostruire le tappe principali della vicenda dell’elezione del segretario cittadino del capoluogo.
Il 30 maggio il Congresso cittadino elegge segretario Alessandro Dierna, che ottiene 315 voti contro i 296 dell’altra candidata, l’ex dirigente scolastica Maria Grazia Ficara.
Ma a fare la differenza è il voto da remoto, il voto in presenza si è infatti concluso in parità, con entrambi i candidati hanno ottenuto 276 voti.
L’ex presidente della provincia Bruno Marziano presenta quindi un ricorso contro la legittimità del voto da remoto che è accolto dal Commissario per il congresso Nico Stumpo.
Nel frattempo Dierna di autoproclama segretario, ritenendo che non ci sia l’ufficialità dell’annullamento del voto a distanza.
Ufficialità che però arriva nei giorni successivi ed è ribadita nel corso di una conferenza stampa del delegato del commissario regionale per il congresso, Giacomo D’Arrigo, che ribadisce come il voto da remoto non fosse stato previsto nel regolamento.
D’Arrigo, nella conferenza stampa, ha anche sottolineato alcune irregolarità e il fatto che la piattaforma usata era riconducibile a Niccolò Monterosso, segretario dei Giovani democratici di Siracusa, schierati a fianco di Dierna.
D’Arrigo, preso atto del duro scontro in corso, ha lanciato un appello per uscire dalla situazione di stallo.
“Mi rivolgo al segretario provinciale Piergiorgio Gerratana ed alla presidente dell’assemblea provinciale, Renata Giunta che hanno un ruolo di garanzia in tutto il partito”.
Il segretario provinciale è infatti schierato con Ficara e la presidente con Dierna.
L’ipotesi di individuare un candidato unico rappresentativo delle due aree è stata però subito respinta da Bonomo e Dierna, che continuano a ritenere la modalità da remoto valida in quanto approvata in sede provinciale.
“Si è dato mandato ad un funzionario di partito, D’Arrigo Giacomo, di eseguire durante una conferenza stampa un ipotetico diktat verbale: annullare il voto online del congresso cittadino”.
Nel frattempo, i Giovani democratici, chiamati in qualche modo in causa dal delegato per il congresso, hanno inviato un comunicato a firma di Luca Santoro e Niccolò Monterosso, nel quale definiscono quanto sta avvenendo ne Pd siracusano “vicende farsesche” nelle quali si sentono coinvolti loro malgrado.
“C’è chi continua a parlare dei giovani senza interpellarli, illudendosi di poterli strumentalizzare come se dovessero restare ancora in silenzio e a capo chino.
Siamo stanchi di un partito che lancia il sasso e poi nasconde la mano.
Stanchi di chi vorrebbe i giovani silenziosi, obbedienti, invisibili.
Per questo, ancora una volta, chiediamo chiarezza e un’assunzione di responsabilità politica, vera e strutturale. Il vero danno al Partito Democratico non lo provoca chi parla, ma chi tradisce lo spirito di una comunità democratica. Su questo non faremo finta di nulla, perché noi la nostra comunità giovanile non la tradiremo mai”.
Infine, ma solo per ora infine, è arrivato ai Giovani democratici il sostegno del deputato regionale Tiziano Spada, neosindaco di Solarino.
“Non si può puntare il dito contro i Giovani Democratici, quando invece si dovrebbe guardare alle proprie responsabilità, per questo sono in totale disaccordo con quanto affermato dal delegato del commissario regionale per i congressi D’Arrigo.
Il tentativo di strumentalizzare i GD rischia di allontanare ulteriormente i ragazzi dalla politica”
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