Dopo gli allarmi dei giorni scorsi, arriva la conferma della crisi che sta interessando il colosso multinazionale dell’elettronica.
StMicroelectronics ha annunciato la Cassa integrazione speciale fino a un massimo di 2.500 persone sul totale di 5.400 impiegate nello stabilimento di Catania.
L’azienda ha fatto sapere di avere avviato la procedura “per affrontare quello che viene definito un problema congiunturale che coinvolge certo lo stabilimento di Catania ma anche altri impianti nel modo per la tipologia di prodotto”.
La cassa integrazione sarà chiesta dal 15 marzo, per una settimana, e dal 27 aprile per un’altra settimana, e non coinvolgerà il nuovo investimento chiamato WSiC, il nuovo impianto per i wafer in carburo di silicio cui sono destinati 5 miliardi di euro, investimento che è confermato dall’azienda.
La decisione dell’azienda è conseguenza della riduzione temporanea dell’attività degli impianti di produzione, a causa del momento di difficoltà che attraversa il mercato dei semiconduttori.
Le misure varate includono riduzioni temporanee dei livelli di produzione, così come chiusure selettive delle fabbriche dai 5 ai 19 giorni come durata, a seconda dei siti, soprattutto nel primo trimestre.
Questo è quanto fa sapere l’azienda:
“«Come abbiamo già detto alla fine di gennaio, il nostro scenario di riferimento resta difficile nel primo trimestre 2025: continuiamo a far fronte ad un ritardo nella ripresa e ad una correzione delle scorte nel settore Industrial e ad un rallentamento nell’Automotive, entrambi in particolare in Europa.
Per gestire proattivamente la situazione, come si è soliti fare in un’industria “ciclica” come quella dei semiconduttori, si interviene riducendo fra l’altro i livelli di attività in tutte le strutture manifatturiere globalmente.
Le misure varate includono riduzioni temporanee dei livelli di produzione, così come chiusure selettive delle fabbriche dai 5 ai 19 giorni come durata, a seconda dei siti, soprattutto nel primo trimestre”.
Per il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, stiamo assistendo al declino dell’industria siciliana.
“La situazione critica di Stm, che annuncia un piano di riorganizzazione dai contorni non chiari per la Sicilia e diserta l’incontro in commissione, si teme possa essere un ulteriore tassello del declino dell’industria in Sicilia.
Mancando una politica industriale sia della Regione che del governo nazionale, ancora una volta la politica regionale si accorge dei processi i quando questi sono già avviati, rischiando che al danno si aggiunga danno.
Il governo nazionale, dal canto suo, si disinteressa delle crisi in Sicilia”
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