Dalle prime luci dell’alba, oltre 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati da reparti specializzati dell’Arma presenti in Sicilia – tra cui lo Squadrone Eliportato “Cacciatori Sicilia”, il Nucleo Cinofili, l’Aliquota di Primo Intervento e il Nucleo Elicotteri – hanno dato esecuzione a un’importante operazione antimafia su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia etnea.
L’azione ha portato all’esecuzione di 14 misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Catania, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti gravemente indiziati – a vario titolo – di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga, detenzione illegale di armi, lesioni aggravate e ricettazione, con l’aggravante del metodo mafioso. Per altri 4 soggetti è stato notificato un avviso di interrogatorio preventivo.
I NOMI DEGLI INDAGATI COLPITI DA MISURA CAUTELARE
- Antonino Barbagallo, detto “Anthony”, nato a Catania il 21 ottobre 2000 – arresti domiciliari
- Sebastiano Cosentino, nato ad Acireale (CT) il 17 giugno 1996 – custodia cautelare in carcere
- Sebastiano Grasso, detto “Say Tra”, nato a Catania il 5 ottobre 1983 – custodia cautelare in carcere
- Ivan Grasso, nato ad Acireale (CT) il 18 dicembre 1995 – custodia cautelare in carcere
- Ottavio Mariano Grasso, detto “Otto”, nato a Catania il 15 luglio 1996 – custodia cautelare in carcere
- Alessandro Grimaldi (già Pulvirenti), nato ad Acireale il 26 settembre 1999 – divieto di dimora nel Comune di Acireale e obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria
- Loredana Principato, detta “a Paulazzo”, nata ad Acireale (CT) il 6 aprile 1979 – custodia cautelare in carcere
- Vincenzo Principato, detto “Terenzio”, nato ad Acireale (CT) il 23 settembre 2000 – arresti domiciliari
- Sebastiano Rapità, detto “Lupin”, nato a Catania il 17 aprile 1977 – custodia cautelare in carcere
- Angelo Restivo, detto “Cavaddu”, nato a Catania il 10 aprile 1976 – custodia cautelare in carcere
- Alfio Scaccianoce, nato ad Acireale (CT) il 31 gennaio 1999 – divieto di dimora nel Comune di Acireale e obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria
- Simone Scalia, detto “Tigna”, nato ad Acireale (CT) il 14 novembre 1993 – custodia cautelare in carcere
- Paolo Scuderi, detto “Aricchi i atta”, nato a Catania il 22 settembre 1998 – custodia cautelare in carcere
- Carmelo Grasso (non specificato nell’elenco nominativo ufficiale, ma citato nel corpo dell’indagine come co-leader operativo insieme ai fratelli Grasso e Scalia) – custodia cautelare in carcere
L’indagine, avviata tra novembre 2021 e maggio 2022 e coordinata dalla DDA di Catania, ha permesso di documentare l’esistenza di un’organizzazione criminale radicata nei territori di Aci Catena e Acireale, funzionale al sostegno economico e operativo della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano.
Il gruppo era attivo nel traffico e spaccio di cocaina, crack e marijuana, operando con una rete capillare e ben organizzata: telefoni dedicati, turnazioni tra corrieri e pusher, piazze di spaccio fisse e consegne a domicilio. Le principali aree di spaccio erano situate nella villa comunale e nella cosiddetta “villetta ecologica” di Aci Catena.
Simone Scalia, insieme ai fratelli Carmelo e Ottavio Grasso, avrebbe gestito l’approvvigionamento della droga, mantenendo i contatti con i fornitori e dirigendo l’attività operativa quotidiana. Paolo Scuderi, invece, secondo le accuse, si sarebbe occupato del coordinamento delle piazze di spaccio.
Le forze dell’ordine hanno localizzato la base logistica del sodalizio in un fabbricato abbandonato ad Aci Catena, trasformato in una roccaforte criminale. All’interno, oltre a sostanze stupefacenti pronte per la vendita (tra cui circa 700 grammi di cocaina e 1,8 kg di marijuana), sono state rinvenute quattro pistole, di cui due con matricola abrasa, caricatori, munizioni, guanti e passamontagna. Le armi erano nascoste in intercapedini murarie, coperte da mattoni.
L’organizzazione imponeva il proprio controllo con atti di violenza mirati, come una spedizione punitiva contro un presunto rivale che spacciava nel “loro” territorio. Le indagini hanno anche documentato gesti simbolici di affiliazione mafiosa, come un “inchino” in scooter sotto l’abitazione di un caposaldo del gruppo, dopo il suo arresto.
Durante le indagini, i Carabinieri hanno effettuato 11 arresti in flagranza, sequestrando in totale circa 4 kg di marijuanae 1 kg di cocaina.
”Iscriviti al Canale WhatsApp di Webmarte TV in modo semplice e veloce. Clicca qui per entrare nel canale e quindi premi il pulsante in alto a destra “Iscriviti”. Non riceverai notifiche, ma potrai consultare i nostri articoli aggiornati quando vorrai.