E’ partita, nelle scorse ore, una mobilitazione per tutelare far sì che il Kouros di Leontinoi resti al museo a Lentini.
L’iniziativa ha preso avvio da Giuseppe Cosentino, coordinatore regionale dell’Archeoclub Sicilia e sostenuta dagli organismi nazionali degli Archeoclub d’Italia e da tanti che, attraverso i social, stanno aderendo alla proposta.
Nel messaggio che sta girando in queste ore si legge “Carissime/i, nei prossimi giorni o forse nelle prossime ore verranno al Museo di Lentini per portarsi via il Kouros di Leontinoi, proveniente dal nostro territorio e figlio di Lentini, siate pronte/i alla mobilitazione per impedire che ciò accada. Vi informeremo con un messaggio su WhatsApp e mi auguro che saremo in tanti. Fate girare questo messaggio in tutti i gruppi, le associazioni, le Istituzioni e raggiungiamo più persone che possiamo. Il Kouros non si tocca”.
Appunto, il Kouros non si tocca. La scultura, che ha fatto ritorno l’anno scorso in città,è costituita dalla cosiddetta “Testa Biscari” che si trovava presso il Museo civico di Castello Ursino a Catania e dal “Torso di Leontinoi” del Museo Paolo Orsi di Siracusa.
L’idea di riunire le due parti venne ipotizzata nel lontano 1930 dall’archeologo Guido Libertini, mentre, la querelle sull’effettiva pertinenza delle due sculture a unica statua di età arcaica, ha spinto Sebastiano Tusa, nel 2018, ad avviare un progetto di restauro per ricongiungere i diversi pezzi.
Nei mesi scorsi si era tanto dibattuto sulla permanenza della statua in città; c’era, tra l’altro, stato uno scontro tra gli onorevoli Carta e Cannata.
“Non ritengo opportuno che il Kouros venga spostato, soprattutto ora che finalmente si trova nel suo luogo originario, dove appartiene per ragioni storiche, culturali e identitarie.
Se esiste la volontà di esporre copie in altri contesti, ben vengano le riproduzioni in 3D, ma a Lentini deve restare l’originale. È una questione di rispetto verso la nostra storia e verso la comunità che per anni ha lottato per il ritorno di questo simbolo”, aveva detto l’on. Carta.
Mentre, l’on. Cannata aveva prontamente risposto dicendo che: “Abbiamo individuato un accordo condiviso che prevede la realizzazione della copia digitale in 3D da esporre e, successivamente, il trasloco temporaneo dell’originale che in seguito tornerà a Lentini. Una scelta equilibrata, maturata in un contesto operativo e non certo polemico”.
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