Un sostituto procuratore in servizio a Messina è stato destituito dalla sua carica dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura (Csm), dopo una condanna per violenze domestiche nei confronti della sua ex moglie, anch’essa magistrato.
Una scelta netta, che ha superato persino la richiesta della Procura generale della Cassazione, la quale aveva proposto una misura più lieve – la perdita di un anno di anzianità.
Il procedimento disciplinare nasce da una condanna penale inflitta al magistrato per anni di vessazioni, insulti, minacce e maltrattamenti nei confronti della consorte, avvenuti anche in presenza dei figli e durante le ore notturne. Il processo, celebrato davanti al Tribunale di Catanzaro, si è concluso con una condanna a un anno di reclusione, pena sospesa, grazie allo sconto previsto per il rito abbreviato.
L’ex sostituto procuratore ha sempre negato ogni accusa, parlando di una “ricostruzione falsa”, ma la sentenza e le testimonianze raccolte in aula hanno spinto la giustizia disciplinare ad agire con fermezza. Ora l’ex magistrato potrà impugnare la destituzione davanti alle sezioni unite civili della Cassazione.
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