Quello che segue è il ricordo della visita Papa Francesco alla Missione Speranza e Carità di Palermo, raccontato da Riccardo Rossi, il giornalista missionario, volontario nella missione fondata da Fratel Biagio, di cui è stato il portavoce.
È stata una grande gioia accogliere in Missione Speranza e Carità Papa Francesco, il 15 settembre 2018, a pranzo con tutti i poveri.
Io ero a poca distanza da lui, al tavolo di fronte con mia moglie Barbara, e mi ha colpito per la sua semplicità nel parlare con tutti i fratelli accolti.
Sembrava uno di noi da sempre, non era un Papa tra i poveri, ma un Padre che amava i suoi figli e li ascoltava tutti con pazienza e gioia.
Ha mangiato un pasto molto umile perché così ci aveva chiesto, voleva mangiare quello che mangiavano i poveri della missione.
Intorno a lui vi erano persone di tutto il mondo, disabili, musulmani e con tutti è entrato in relazione con naturalezza.
Papa Francesco con noi non ha quasi parlato, ma ha ascoltato tanti fratelli e sorelle accolte.
Ha emanato talmente tanta gioia che tanti hanno preso coraggio e si sono alzati dal tavolo assegnato per andare ad abbracciarlo in una sala mensa stracolma di gente.
E’ stato molto bello quando ha incontrato due sposi, lui Nigeriano e lei italiana, e ha preso in braccio con paterno amore la loro piccola figlia.
Una bambina gli ha voluto regalare una rosa che Papa Francesco ha accolto e ha poi posto davanti al Mosaico della Madonna nella chiesa ‘Casa di Preghiera di tutti i Popoli’, che ha poi visitato dopo il pranzo.
Per me è stata una gioia immensa, potrei dire epocale, anche come giornalista; feci un numero speciale della rivista della Missione ‘La Speranza’ con la storia della comunità.
Inoltre mi sono anche occupato della comunicazione con tutti i media, per fare intervistare tanti fratelli, di varie religioni, che erano contentissimi di avere conosciuto Papa Francesco.
Anche nel febbraio del 2016 io e mia moglie abbiamo avuto il dono di essere ricevuti da Papa Francesco in Piazza San Pietro a Roma, eravamo neo sposi e gli raccontammo della nostra vita missionaria dedicata ai poveri, lui mi ricordo ascoltò con tante attenzione e partecipazione e poi alla fine ci disse: “Pregate per me”.
Che grande lezione di vita, ci manifestò la sua fragilità e il fondamento della preghiera, il nostro tutto.
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