Nella Baia di Brucoli si sta consumando un grave danno ambientale ai danni della Posidonia oceanica, una pianta marina protetta considerata habitat prioritario a livello europeo.
La denuncia arriva da Natura Sicula che ha presentato un esposto formale a numerosi enti istituzionali e di controllo.
Secondo quanto documentato, nei fondali sabbiosi della baia, particolarmente bassi, in alcuni punti profondi solo poche decine di centimetri, è in corso un’attività che sta strappando e distruggendo la prateria sommersa di Posidonia.
Il danno sarebbe causato dal passaggio ripetuto di un natante a motore, la cui elica trita letteralmente le piante marine con l’intento apparente di approfondire il fondale per consentire l’accesso futuro alle imbarcazioni.
“Nella zona – spiega Fabio Morreale, presidente di Natura Sicula – è in corso l’allestimento di un nuovo pontile, ma preoccupa l’assenza di cartelli autorizzativi previsti per legge.
Sul posto sono stati avvistati anche mezzi pesanti, la cui funzione non è stata chiarita”.
L’area interessata è quella di via Campolato Bassa, vicino a via Libertà, nella parte più interna della baia.
L’esposto è stato indirizzato alla Procura della Repubblica, alla Capitaneria di Porto di Augusta, alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa, alla Polizia ambientale, al Libero Consorzio comunale di Siracusa, all’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, e ai Dipartimenti Ambiente di Ragusa e Siracusa.
La preoccupazione principale riguarda la mancanza della Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA), obbligatoria per qualsiasi intervento all’interno del Sito di Interesse Comunitario (SIC) “Fondali di Brucoli-Agnone” (ITA0900026).
Tale area è sottoposta a tutela ambientale dal Decreto Dirigenziale n. 375 del 09/07/2019, con specifica attenzione alla salvaguardia della posidonia oceanica.
“L’eventuale assenza di autorizzazioni e valutazioni ambientali – si legge nell’esposto – violerebbe numerose normative europee, nazionali e regionali, a partire dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE, recepita in Italia con il DPR 357/1997, fino alla Convenzione di Barcellona del 1995, ratificata con la legge 175/1999, che tutela anche altre fanerogame marine come Zostera noltii e Zostera marina.
“La Posidonia è un habitat protetto anche quando viene spiaggiata”, ricordano i firmatari dell’esposto, “ed è vietato danneggiarla o rimuoverla senza specifiche autorizzazioni e valutazioni scientifiche”.
L’associazione di appella ora alle autorità preposte affinché intervengano con urgenza per fermare un progetto ritenuto illegittimo sotto ogni profilo normativo, ed evitare danni irreversibili a uno degli ecosistemi marini più preziosi del Mediterraneo.
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