Non ci sono più pesci nel Mediterraneo. È il grido dall’allarme lanciato dai pescatori di Lampedusa, l’isola la cui economia è basata proprio sulla pesca, oltre che sul turismo.
Totò Martello, presidente del consorzio Cogepa, che raccoglie la marineria di Lampedusa e Linosa, rilancia l’allarme per la carenza di pesce nel Mediterraneo, denunciato nei giorni scorsi dalle cooperative di pescatori di Sciacca che hanno partecipato a un’audizione della commissione Attività produttive dell’Assemblea Regionale Siciliana.
“Chiediamo il fermo biologico e tecnico nel periodo delle riproduzioni delle specie ittiche, retribuito per la durata di sei mesi.
Nel frattempo chiediamo che vengano fatte delle indagini in tutto il Mediterraneo per comprendere le ragioni per cui nel canale di Sicilia non ci sono più pesci.
Vogliamo un incontro immediato con l’assessore regionale alla Pesca.
Una volta esaminati i dati chiederemo un incontro a Bruxelles per affrontare questo problema che coinvolge centinaia di pescatori.
I pescatori siciliani devono unirsi perché il problema riguarda tutte le marinerie siciliane e calabresi”.
L’esigenza di razionalizzare la pesca nel Mediterraneo è stata sollevata da più parti.
Per Oceana, la più grande organizzazione internazionale impegnata nella conservazione degli oceani, dopo tre decenni di sovrapesca resta solo un 30% di disponibilità di pesce spada nel Mediterraneo.
Anche secondo il Wwf il Mediterraneo è sfruttato sopra le sue possibilità, e la crisi è aggravata dall’inquinamento e dal cambiamento climatico.
“Se nei primi sei mesi consumassimo solo risorse dei nostri mari da luglio alla fine dell’anno queste non sarebbero più disponibili e l’Europa dovrebbe ricorrere alle importazioni per sostenere la crescente richiesta dei consumatori”.
La media del consumo di pesce nei paesi dell’unione Europea è di 24 kg per ogni cittadino in un anno.
In Italia il consumo pro capite arriva a 31.2 Kg.
Nel periodo estivo si verifica un aumento della domanda che alimenta una pesca eccessiva.
Secondo il Wwf, le specie più colpite dal sovra sfruttamento del Mediterraneo sono nasello, sardina, i gamberi e la triglia di fango.
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