Nel salone del complesso parrocchiale di San Giuseppe Innografo ad Augusta, , il noto attore “cuntista” Alessio Di Modica, con la conferenza spettacolo “Per ogni Macondo possibile”, ha raccontato 25 anni di attività della compagnia Area Teatro sui palcoscenici di tutta Italia.
È stato il primo spettacolo del “cuntautore”, come Alessio Di Modica ama definirsi, nella sua città, dopo quasi cinque anni.
L’evento, voluto dalla CGIL di Augusta e Siracusa, in particolare da Lorena Crisci e Yvonne Motta, in collaborazione con l”Auser, è stato un’occasione per riflettere sull’importanza della memoria e della storia attraverso l’antica arte del cunto, la forma di narrazione tradizionale ritmata tipica della cultura siciliana.
Gli spettacoli di Area Teatro sono il risultato di uno studio attento e dettagliato su racconti popolari che riguardano argomenti di interesse politico e sociale, attraverso il quale Di Modica raccoglie le storie della memoria orale che rischiano di essere dimenticate per conservare valori e tradizioni della cultura locale.
Alternando il racconto alla recitazione, col classico ritmo incalzante del cunto, ha ripercorso le tappe principali della sua carriera, a partire dall’esperienza del G8 a Genova nel 2001, quando fu ucciso Carlo Giuliani, raccontata in “Da faro a faro”, lo spettacolo il cui titolo sottolinea il percorso da Augusta, di cui il Faro Santa Croce è uno dei luoghi più amati, alla lanterna, simbolo di Genova.
Quindi “Favola industriale blues”, il racconto del sogno industriale del siracusano, attraverso la storia di Franco, il diciottenne protagonista, che sogna di lasciare il duro lavoro dei campi, che condivide con la famiglia, per andare a lavorare nell’industria che si stava insediando in quello che sarebbe poi diventato il petrolchimico più grande d’Europa.
“I cunti del mare” è il racconto della vita dei vecchi pescatori di Augusta, della loro quotidianità, con la contrapposizione tra sardari e cunzari, le leggende e le tecniche del mestiere.
Fino a “Etna”, lo spettacolo sulla forza della natura, in cui racconta la vita alle pendici del vulcano.
La vita di Graziella Vistrè, dirigente sindacale di Bagheria trasferita a Lentini, dove organizza le lotte per i diritti delle donne che lavorano nei magazzini di selezione e spedizione delle arance e degli agrumi, è raccontata in “Sole d”inverno, storie di arance donne e lotte”.
In “Ossa”, la leggenda popolare dell’osso ritrovato da un pastorello che lo trasformò in un flauto che raccontò una storia di tradimento, in cui un fratello ammazza l’altro e tenta di nascondere il suo crimine, diventa il pretesto per un adattamento al racconto della storia di Placido Rizzotto.
Il corpo del sindacalista ucciso dalla mafia fu fatto sparire dai suoi assassini, nel tentativo di farne dimenticare l’impegno che aveva animato il movimento di occupazione delle terre a Corleone e dato vita alla prima forma di antimafia sociale del dopoguerra.
Le ossa di Placido Rizzotto furono però poi trovate per caso e, come nel racconto dell’osso della leggenda, permisero di ricostruirne la storia e il ricordo.
Infine “Infinita poesia”, che racconta la storia e l’impegno di Víctor Jara, il cantautore, regista teatrale e attivista cileno, noto per il suo impegno politico, arrestato e poi ucciso durante il colpo di stato in Cile nel 1973, il cui messaggio di giustizia sociale continua a ispirare l’impegno di molte persone in tutto il mondo.
Alla fine dello spettacolo, Alessio Di Modica, assieme al fratello Ivano, che da sempre lo affianca in Area Teatro, hanno dialogato con il pubblico rispondendo a numerose domande.
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