Un teatro sotto le stelle, quattro carte siciliane come scenografia e l’anima di una terra antica che vibra tra suoni, danze e parole: “Femmine e Fanti” è molto più di uno spettacolo. È un viaggio emotivo e sensoriale nel cuore della Sicilia, firmato dal gruppo Genetika, una famiglia artistica che ha scelto di non dirsi tale… ma di farlo sentire.
Nato per il palcoscenico e poi adattato alle piazze, lo spettacolo musico-teatrale porta la firma di Mario Puglisi, autore delle dieci canzoni inedite che costituiscono l’ossatura narrativa dell’opera.
Brani in dialetto che pescano a piene mani nella tradizione orale e leggendaria siciliana, rispolverandola con rispetto, creatività e una vena moderna.
Ad accompagnarlo sul palco ci sono Susy Puglisi, Viviana e Sabrina Cottone – i volti e le voci del gruppo Genetika – affiancati da due ballerini e tre musicisti che intrecciano strumenti etnici con sonorità mediterranee. Il risultato? Una fusione di ritmi, colori e immagini che travolge il pubblico.
La scena è dominata da quattro figure-simbolo, le carte siciliane: la donna di coppe, la donna di spade, la donna di mazze e il fante d’oro, ribattezzato per l’occasione “fante cantore”. Ogni personaggio porta con sé un archetipo femminile e un diverso volto dell’amore: quello ingenuo e fresco, quello passionale e consapevole, e infine quello eterno, spirituale, celebrato nel commovente omaggio a Rosa Balistreri con la canzone “Rosa è cca”.
Ma sono le donne, vere protagoniste dello spettacolo, a guidare i destini delle storie d’amore. Decidono, sbagliano, incantano, proteggono, sovvertono. Sono loro le “regine” del gioco e del palcoscenico.
Tra le leggende che prendono vita in musica ci sono quelle dei Pupi siciliani, delle Teste di Moro, della sirena Lighea e del Canto dei salinari. Il tutto si chiude con una risata, grazie alla brillante e ironica “Arancinu o arancina?”, satira leggera ma pungente sull’eterna diatriba linguistica isolana.
Anche il maltempo, i fuochi d’artificio di San Domenico e qualche intoppo tecnico non hanno fermato la magia della serata. Il 24 maggio, nel pieno dei festeggiamenti del Santo Patrono, piazza gremita e pubblico rapito: tra applausi, canti e balli, Genetika ha fatto sentire tutti un po’ più siciliani.
“Lu Ciauru di la canuscenza” – il profumo della conoscenza – è rimasto sospeso nell’aria. E con esso, il ricordo di una serata in cui arte, identità e passione hanno parlato in dialetto… ma il messaggio è arrivato dritto al cuore.

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