Per l’ex segretario generale della Cgil di Siracusa Paolo Zappulla, dopo la firma del decreto, rimangono tanti, troppi punti da chiarire sulla vicenda dell’Ias.
Pubblichiamo il contributo dell’ex segretario provinciale della Cgil di Siracusa, profondo conoscitore delle vicende del polo petrolchimico siracusano.
Mettendo insieme le notizie che in momenti diversi ha pubblicato la stampa, emerge subito una incongruenza;
– il Giudice concede 6 mesi di tempo ai Periti, appena nominati, per arrivare alla relazione finale nell’ambito dell’inchiesta IAS, che ha già prodotto il sequestro dell’impianto e l’incriminazione di tutte le aziende che conferiscono i propri reflui;
– il Decreto concede invece 36 mesi alle Aziende e alla Regione per apportare le modifiche e i miglioramenti necessari per mettere in regola il sistema di depurazione.
Mi pare evidente che la Magistratura si troverà di fronte ad una scelta: ritenersi “soddisfatta” dagli impegni contenuti nel Decreto e attendere i 36 mesi per una valutazione definitiva, oppure continuare con il procedimento in corso; sapendo che, nella migliore delle ipotesi, la relazione dei Periti arriverebbe molto prima dell’inizio degli interventi migliorativi.
-Altro aspetto non secondario da chiarire: A rendere a norma il sistema di depurazione saranno gli interventi che le singole aziende faranno all’interno del proprio stabilimento, oppure serviranno anche gli interventi che dovrebbe fare la Regione sull’impianto IAS ? E in quest’ultimo caso, chi metterebbe le risorse economiche per coprire i costi, visto che le Aziende private dovranno investire per migliorare o realizzare un proprio sistema di depurazione ?
Se non sarà chiaro da subito chi paga e per fare cosa, i 36 mesi trascorreranno inutilmente, nel silenzio e nell’immobilismo che abbiamo conosciuto già negli ultimi anni e che hanno impedito di realizzare gli interventi necessari per eliminare le criticità del depuratore Ias dal punto di vista ambientale e del rispetto della salute e della sicurezza dei cittadini.
-Infine se, come sostiene la Magistratura, l’IAS ha superato i limiti di legge sulle emissione, può il Decreto modificare la norma, sia pure in via transitoria, per aggirare l’ostacolo posto dalla Magistratura, introducendo ” il rispetto dei valori limite annuali di emissione” ?
Su questa delicata questione sono legittime le critiche di Legambiente che, giustamente, sottolinea l’incongruenza tra l’obiettivo dichiarato dal Decreto di rispettare salute e lavoro con il rischio di registrare nel corso dell’anno il ripetersi di episodi di superamento dei limiti di legge nelle emissioni di inquinanti, non sanzionabili perché il limite imposto dal Decreto è nel quantitativo annuo.
Tra lo sforamento puntuale del limite e il conteggio annuale forse si poteva trovare una soluzione mediana (ad esempio prevedere un numero massimo di sforamenti in un arco temporale definito) che avrebbe costretto il sistema delle imprese ad intervenire tempestvamente per rientrare nei limiti di legge, tutelando davvero l’ambiente e la salute dei lavoratori e dei cittadini.
C’è da augurarsi che,su questi e altri punti poco chiari, si faccia maggiore chiarezza.
Paolo Zappulla