Il governo Meloni ha dirottato somme ingenti destinate alla Sicilia per coprire i costi di alcune opere da realizzare nel nord Italia.
L’allarme è stato lanciato dal presidente dell’Unione delle Province italiane Pasquale Gandolfi ed è stato ripreso da Anci Sicilia e dai presidenti appena eletti dei sei Liberi consorzi siciliani.
“Anci Sicilia e i Presidenti dei Liberi Consorzi siciliani condividono la linea espressa da UPI e chiedono con forza al Governo nazionale di rivedere immediatamente le proprie scelte.
In caso contrario, saremo costretti a denunciare pubblicamente e in ogni sede istituzionale la gravissima situazione in cui vengono lasciati i nostri territori”.
La legge di bilancio e il decreto milleproroghe hanno infatti ridotto drasticamente i fondi per la Sicilia, in particolare quelli destinati alla manutenzione straordinaria delle strade provinciali, con quello che si presenta come un vero e proprio scippo ai danni della regione.
Anci e i sei presidenti sottolineano come la Sicilia, che già vive una condizione strutturale di carenza infrastrutturale, viene ulteriormente penalizzata e che la rete viaria secondaria, vitale per il collegamento tra le comunità dell’interno e le città costiere, rischia un collasso progressivo.
Ad essere azzerati sono i finanziamenti di 14 programmi dei ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno, che riguardano la viabilità, la manutenzione della rete viaria di province e città metropolitane, i contributi ai comuni per la messa in sicurezza degli edifici strategici, ed altri interventi.
Saranno penalizzati soprattutto strade, ciclovie e rigenerazione urbana.
Si tratta di fondi già programmati, con cantieri in fase di progettazione o prossimi all’apertura, ora improvvisamente bloccati.
In un primo tempo sembrava che le somme tagliate sarebbero servite a finanziare il Ponte sullo Stretto, ma il Ministero della Infrastrutture e Trasporti ha smentito che l’opera sarebbe finanziata con soldi tolti alla manutenzione delle strade della Sicilia.
In effetti, come è stato poi chiarito, i 900 milioni serviranno a finanziare il Terzo Valico dei Giovi, in Liguria e alcune opere nel nord est.
Il ministro Matteo Salvini, ha assicurato il suo impegno per recuperare le somme, ipotizzando di farlo già nella prossima finanziaria, ipotesi alla quale in realtà credono in pochi.
Già nella rimodulazione del Pnrr, considerata la scadenza di giugno 2026, sono state stralciate alcune opere in Sicilia, tra cui il collegamento ferroviario del porto di Augusta.
L’opera infatti, rientra tra i 9 interventi per i quali, in base alle attività di monitoraggio, sono emersi elementi di criticità tali da non garantire la funzionalità degli stessi al 30 giugno 2026.
Le criticità sono rappresentate da ritardi dovuti all’iter autorizzativo, risoluzione di interferenze e/o criticità in capo all’appaltatore.
Per queste opere il governo chiede l’applicazione della metodologia WBS, il work breakdown structure, che consiste nello scomporre il progetto in elementi più facilmente gestibili per rendere meno complessa la comprensione del progetto, presumibilmente per consentirne il finanziamento.
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