Con una sentenza pubblicata nella serata di ieri, il Tribunale amministrativo regionale della Campania, accogliendo il ricorso di quella Regione e dei sindacati Flc Cgil e Uil Scuola-Rua, ha ritenuto fondata la questione di costituzionalità e ha sospeso gli effetti del dimensionamento scolastico in Campania.
Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 44)Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha ritenuto fondato il ricorso presentato dalla Regione a cui si sono aggiunti Flc Cgil e Uil Scuola-Rua.
Il Tar ha sospeso D.M. n. 127/2023, che stabilisce la soppressione di 698 autonomie scolastiche, e ha trasmesso gli atti alla Corte costituzionale per la verifica della legittimità della norma.
Nell’immediato la sentenza ha effetto solo nella Regione Campania, ma rappresenta un importante precedente in vista dell’udienza del Tar Lazio del prossimo 7 novembre, quando sarà discusso il ricorso presentato da Flc Cgil e alcune regioni, la cui sentenza avrà comunque efficacia in tutto il territorio nazionale.
Al centro della controversi c’è la competenza dello Stato nella definizione della rete scolastica.
L’art. 117, comma 3 della Costituzione inserisce infatti l’istruzione tra le materie di legislazione concorrente.
“Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato”.
Allo Stato rimane quindi la competenza sulle norme generali sull’istruzione, mentre costituisce materia concorrente quella dell’istruzione, tra cui rientra certamente la funzione organizzativa del servizio pubblico in questione.
Per il Tar il decreto sul dimensionamento, non limitandosi “alla consentita determinazione dei principi fondamentali, sostanziando invece disposizioni di dettaglio, che spetta solo all’Ente regionale dettare”, invaderebbe la sfera dei competenza regionale.
Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 42)Ora dovrà essere la Corte Costituzionale a dire l’ultima parola.
Intanto, con una nota il segretario della Flc Cgil della Campania, Ottavio De Luca, esprime la sua soddisfazione.
“Non si perdono solo istituzioni scolastiche, dirigenti e direttori dei servizi amministrativi, ma le conseguenze di quel decreto avrebbero inciso sulla formazione delle classi elevandone il numero, avrebbe chiuso classi troppo poco numerose delle zone interne, avrebbe ridotto gli organici dei docenti ma soprattutto del personale ausiliario, tecnico e amministrativo”.
La norma in materia di dimensionamento della rete scolastica, prevede tra l’altro il parere della Conferenza unificata Stato Regioni.
Nel caso in questione, nella seduta del 24.5.2023, non è stato raggiunto l’accordo e la la Conferenza unificata ha sancito il mancato accordo per il voto contrario delle Regioni Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Puglia, Sardegna e Toscana.
Intanto, negli ambienti sindacali e nel mondo della scuola, che si oppone al dimensionamento stabilito dalla legge di stabilità approvata a dicembre del 2022, cresce la fiducia per quanto avverrà al Tar Lazio il prossimo 7 novembre.